Maison Coca Mariani

maison mariani

L’800 è stato il secolo in cui lo studio della medicina ha subito una vera e propria rivoluzione. L’invenzione dello stetoscopio fece si che da un approccio “a colpo d’occhio” si passasse ad uno più prettamente scientifico, l’ars medica ossia la capacità peculiare del singolo individuo, basata sull’esperienza diretta, lasciò pian piano il posto allo studio, alla didattica ed alla ricerca scientifica. Molte malattie e disturbi fisici venivano tuttavia ancora trattati con infusi, decotti e tonici corroboranti che coniugavano alcune competenze scientifiche, come appunto la facilità di assimilazione dell’alcool, con altre più empiriche e legate alla tradizione popolare.
Fu l’epoca dei tonici corroboranti, i vari China, Ferro-China, amari e centerbe, utilizzati come digestivi e consigliati per il trattamento di svariate disfunzioni.
Paris, 1863 Il chimico e farmacista francese Angelo Mariani, trasferitosi a Parigi da Ajaccio (Corsica) per studi, ebbe un’intuizione geniale. Utilizzando vino di Bordeaux in cui faceva macerare 60 foglie di coca del Perù per circa 10 ore, creò un tonico corroborante dalle straordinarie capacità eccitanti e terapeutiche, a cui dette il nome di Vin Tonique Mariani.
La medicina dell’epoca lo osannò per le sue capacità terapeutiche, iniziando a prescriverlo per il trattamento dei più svariati disturbi psico-fisici e come ricostituente dopo qualunque febbre, ed il successo del Vin Mariani divenne enorme. In breve tempo, il ceto abbiente dell’epoca lo elesse a status symbol, non solo in Francia ma presto anche in tutta Europa e poi anche nel mondo.
I ceti medio alti, l’aristocrazia in genere, filosofi e pensatori, artisti fino a raggiungere anche il clero, tutti erano pazzi per il Vin Mariani, il cui inventore Angelo Mariani, oltre ad avere indubbie capacità nell’ambito farmaceutico si rivelò anche molto astuto e lungimirante nella promozione del suo prodotto, un vero e proprio pioniere del marketing, che era solito far recapitare una cassa del suo tonico corroborante a tutte le più illustri personalità dell’epoca, collezionando numerose lettere di ringraziamento e di encomio che si rivelarono un eccellente veicolo promozionale per il suo Vin Tonique. Dai reali d’Inghilterra, allo Zar di Russia, passando per intellettuali come Emile Zola, fra il 1870 ed il 1913
Mariani ebbe fra i suoi innumerevoli clienti di tutto il mondo ben sedici fra re e regine, zar di Russia, il principe di Galles ed oltre un migliaio di altre celebrità, da Sarah Berhnardt a J.J. Thomson, a Charles Gounod, da Herbert George Wells al presidente USA William McKinley fino ad arrivare ai due Papi Leone XIII e Pio X .
Il primo ne fu così entusiasta che, in segno della sua approvazione ufficiale, lo insignì d'una medaglia d'oro speciale, ed il ritratto del pontefice comparve quale "testimone d'alto rango" su alcuni manifesti e pubblicazioni dell’epoca. Che fosse per semplice piacere o per necessità mediche, l’Europa di fine ‘800 andava pazza per il “Vino Tonico Mariani alla coca del Perù”, tanto che alla prima fabbrica di imbottigliamento poco fuori Parigi, a Neuilly-sur-Seine, aperta nel 1880 ne seguirono presto altre, i volumi crebbero esponenzialmente e la ricetta
iniziale ancora più perfezionata. Il Vin Mariani conteneva infatti da 150 a 300 mg/l di cocaina, ed ogni oncia (circa 28 ml) conteneva 6,5 mg di cocaina e un volume alcolico dell'11%, ma Mariani volle perfezionare ulteriormente la ricetta aggiungendo, dopo la iniziale macerazione nel vino di Bordeaux, anche una seconda macerazione delle foglie di coca nel Cognac e l’aggiunta del 6% di zucchero, portando così il tenore alcoolico al 17% e rendendo il suo prodotto maggiormente stabile ai lunghi viaggi dell’esportazione.
Nel corso di un decennio, il Vin Mariani (detto anche Vino di Coca) raggiunse volumi di produzione indicibili, si parla di 2milioni di  bottiglie/anno, commercializzato in tutto il mondo, all’iniziale stabilimento di Neuilysur-Seine se ne agiunsero altri a Londra, Milano, New York, Pechino…. Nel 126 Angelo Mariani poteva contare su 15 stabilimenti sparsi in tutto il mondo, dimostrando ancora una volta di avere innegabili doti commerciali e capendo da subito che la riproducibilità del prodotto sarebbe stata un’arma a doppio taglio in un’epoca in cui la tutela dei marchi era ancora ben lontana dal venire.
Infatti, per quanto la possibilità di riprodurre il suo prodotto nei 3 continenti avesse presto reso il Vin Mariani un best seller dell’epoca, tale fama fu presto oggetto di una lunga serie di contraffazioni e imitazioni.
Nel 1869 un altro farmacista di Atlanta Georgia-USA), tale John Stiht Pemberton, reduce dalla guerra di secessione dove era rimasto gravemente ferito, ispirandosi al Vin Tonique Mariani creò la Pemberton’s French Wine Coca, miscelando vino, caramello, foglie di coca e bacche di cola. Il suo intento era quello di creare un medicinale che aiutasse i reduci di guerra a interrompere la dipendenza dalla morfina, l’unico potente antidolorifico dell’epoca e venuto a conoscenza delle capacità benefiche del Vin Tonique Mariani ne sviluppò una sua propria versione che era solito pubblicizzare come adatto "per signore, e [per] tutti quelli il cui lavoro sedentario provoca prostrazione nervosa".
Con il proibizionismo del 1886, Pemberton fu però costretto a rivedere la ricetta per eliminare l’alcool dalla sua bevanda. Fu un periodo molto difficile e tormentato per lui, che solo accidentalmente ebbe l’intuizione di miscelare acqua gassata allo sciroppo di base, dando vita ad una bevanda completamente nuova. Ormai allo stremo delle sue finanze, fortemente indebitato, Pemberton fu costretto a vendere la formula del suo prodotto ad un gruppo di finanzieri, che di li a poco – con il supporto di una grossa e ben studiata operazione di marketing – sostituirono il nome in un più facile e allitterativo “Coca-Cola”.
Nel frattempo, in Francia si continuava a produrre ed esportare grandi quantità del sorprendente tonico corroborante, sempre con il pieno supporto della medicina dell’epoca che lo definiva come "Le plus agrèable des recostituants", adatto a grandi e piccini ed utilizzato nelle più variegate funzioni, dal mal di denti, all’impotenza, dal mal di mare ai disturbi dell’appetito.
I governi dell’epoca affidavano ai benefici di questa bevanda il compito di tenere alto il morale degli eserciti, tanto che durante la Prima Guerra mondiale 1915-1918, l’esercito francese incluse nella razione dei suoi soldati al fronte, una dose di Vin Tonique Mariani come ricostituente delle fatiche in battaglia, per combattere la fame e stimolare il coraggio dei soldati schierati in trincea.
Fu negli anni ’30 che anche l’Europa iniziò ad avvertire gli effetti del proibizionismo. La medicina stava facendo passi da gigante ed aveva trovato nuovi e più efficaci rimedi, così l’opinione pubblica mise al bando il consumo di coca ed anche Mariani – come già era accaduto per Pemberton e la sua Coca-Cola – fu costretto a rimettere in discussione il suo prodotto e cercare una nuova formula. Sostituì la coca con l’infuso di altre piante officinali, aggiunse le bacche di cola, rivide il tenore alcoolico ed il contenuto zuccherino, modificando anche il nome in tonico Mariani, ma una volta persa la componente allucinogena e di conseguenza anche gli effetti della dipendenza che ne derivava, anche l’appeal del Vin Tonique Mariani si esaurì in fretta.
Uno alla volta, tutti gli stabilimenti in giro per il mondo dovettero chiudere i battenti e solo quello di Parigi resisté fino al 1963, quando la produzione del Tonico Mariani nella sua accezione più moderna fu definitivamente interrotta.
Decide di approfondire la storia del suo antenato e di riportare in vita un prodotto che ha segnato la storia del secolo scorso. Nasce così la nuova identità del Vin Mariani. Christophe sceglie come vino base il Vermentinu della sua Corsica, per mantenere un forte legame con la sua
terra di origine, ma riprende fedelmente la ricetta originale, sostituendo l’unico passaggio necessario a rendere legale il prodotto.
Nel 2017 un pronipote di Angelo Mariani - Christophe Mariani – nativo di Ajaccio (Corsica), facendo ricerche sul web che lo ricollegassero alla storia di famiglia ed al padre, scomparso in un incidente stradale quando lui era ancora bambino, si imbatte casualmente nella storia del
suo antenato Angelo Mariani. Era il 1 di Aprile, giorno dell’anniversario della morte del trisavolo Angelo, e Christophe lo interpreta come un segno del destino.
L’infusione di foglie di coca e successiva fortificazione, vengono sostituiti con un unico passaggio: un distillato di foglie di coca, che mantiene inalterato l’apporto aromatico, conferisce la giusta gradazione al prodotto ma al contempo, durante la distillazione, viene privato della componente alcaloide psicotropa perdendo quindi ogni effetto allucinogeno e risultando quindi perfettamente legale.
Il risultato è una bevanda versatile, ottima come fine pasto e vino da meditazione ma estremamente gradevole anche come aperitivo, da solo o nella mixology, che unisce l’acidità e la finezza del vino alla sapidità e mineralità tipiche del Vementinu di Corsica, con la complessità aromatica e le note vegetali e speziate dell’infuso di coca.
Volutamente Christophe ha mantenuto il packaging originale dell’800, stessa bottiglia dalla forma unica e originale, stessa etichetta vintage e la stessa cura e dedizione che solo una produzione artigianale può garantire.

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