NaTuRe Cantina Giardino Box
Cantina | Cantina Giardino |
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Formato | Bottiglia 0,75 lt |
Agricoltura | biologica, coltivazione organica, lieviti indigeni, lotta integrata, senza solfiti aggiunti, sostenibile |
Paese | Italia |
Regione | Campania |
Abbinag(i)usto | Carni rosse, Coscio d'Anatra Confit, Fegato grasso d'oca, Frattaglie, Grigliate di Carne, Legumi, Salumi Stagionati |
Na Tu Re nasce nel primo lock down campano. Antonio e Daniela e tutta la squadra di Cantina Giardino, durante quel lungo periodo hanno maturato il restyling di tutta l'immagine. Un primo un ritorno all’utilizzo della bottiglia renana che in irpinia si è sempre usata soprattutto sui vini bianchi.
Le uve che vanno a comporre questa linea sono le stesse di sempre , vinificate in contenitori più piccoli: per il bianco un blend di falanghina, coda di volpe e un po’ di Greco, per il rosato e il rosso aglianico e altre uve rosse presenti nelle vigne vecchie.
La macerazione delle uve bianche è avvenuta soltanto per due giorni mentre per le uve rosse è salita a dieci giorni. Tutti i vini non hanno subito aggiunte di alcun tipo neppure di solforosa.
Il nome dei tre vini assieme è legato ad un messaggio profondo, importante da lanciare in questo periodo storico. Un attaccamento alla terra e alla nostra origine.
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Cantina Giardino
Il progetto di Cantina Giardino è nato ufficialmente nel 2003, una storia che coinvolge sei amici che hanno deciso di investire su loro stessi e sul loro territorio: l'Irpinia.
L'Irpinia è un'area che si estende nella parte centro-orientale della Campania, che non ha sbocchi sul mare, in cui il clima invernale è molto rigido e dove si concentra la più alta presenza di vigne storiche (età superiore ai 50 anni).
Il terremoto ha impoverito questa territorio e lasciato dietro di sé disastri, ma dietro l'evento negativo c'è un lato della medaglia positivo: non si ha avuto modo di scegliere, non si ha avuto tempo di decidere di espiantare molti vecchi vigneti, sostituirli con i nuovi cloni meno rappresentativi o peggio sostituirli con vitigni internazionali più alla moda.
Gli errori politici hanno poi negli ultimi vent’anni cambiato il paesaggio, lanciando direttrici di espianto, inculcando la necessità di innovazione e di ringiovanimento dei vigneti. Il paesaggio è mutato velocemente ma l’istinto di conservazione di alcuni viticoltori, la loro ritrosia nel seguire quell’andamento, il forte legame con la vigna dei loro genitori o dei loro nonni ha permesso a Cantina Giardinoi, una piccolissima realtà, di dimostrare quanto il vino prodotto da vigne storiche possa raggiungere complessità e caratteristiche uniche.
Le radici di quelle piante scendono in profondità fino a raggiungere la roccia madre, dove una vigna giovane potrà arrivare solo dopo molti anni e sempre che non venga nutrita dai trattamenti chimici. La linfa che percorre quelle tortuose radici, attraversa ogni strato del suolo, nutre quei grappoli portandosi dietro caratteristiche uniche.
Ecco perché la salvaguardia di questo patrimonio è il motore trainante della Cantina Giardino, spinti fino a comprare due ettari del 1930 nel territorio di Montemarano, a prendere in gestione altri e a continuare a comprare le uve da quei viticoltori che meritano tutto il rispetto per aver conservato.
Le uve vengono poi portate in cantina, dove ogni anno, a seconda delle caratteristiche dell’annata subiscono brevi o lunghe macerazioni, in contenitori di legno (per lo più il tradizionale castagno) o orci di terracotta. La solforosa viene aggiunta all’imbottigliamento se necessaria.
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