Pinot Nero Ecce Draco Mutiliana 2022
Servire a: 16°-18°C
Tipo di bicchiere

Pinot Nero Ecce Draco Mutiliana 2022

MUTVIEDXX
disponibile
22,00 €
Tasse incluse

Pinot Nero Ecce Draco Mutiliana nasce nell’Appennino che è il terroir italiano più interessante per il pinot nero, che in altitudine trova un’espressione austera e verticale. Ecce Draco è un pinot nero sottile ed elegante, ottenuto da uve coltivate in alto, a 600 metri slm, in mezzo ai fitti boschi dell’Appennino Tosco-Romagnolo. Qui il pinot nero parla la lingua nuova delle marne e delle arenarie che caratterizzano i suoli, esprimendosi su un naso austero e profondo che poco concede alle dolcezze del frutto e su una bocca che ha fatto di certe durezze un’occasione di carattere e finezza. 

I 3 Sensi
Un vino che chiede aria e tempo, classico e freschissimo, agrumato e terroso in chiusura, con tannini delicati e il passo di una longevità che saprà regalargli le originali note balsamiche di questo terroir.

Mutiliana

mutiliana vigneto e bottiglia sul tavolo

Tagliente, salato, austero, raffinatissimo. È il sangiovese di Modigliana –per 6 secoli capitale di quella che fu la cosiddetta Romagna Toscana, un angolo di Appennino governato dai Medici e ancora in provincia di Firenze dopo l’unità d’Italia– qui vinificato territorio per territorio per raccontare con precisione le sfumature di ogni diversa valle. Le uve sono infatti selezionate nelle tre valli che salgono da Modigliana (Ibola, Tramazzo ed Acerreta) e vinificate con i canoni artigianali più puri.

È un progetto culturale che racconta nei dettagli, 40 anni dopo la incredibile avventura dei Ronchi di Castelluccio, la straordinaria vocazione del più interessante tra i territori alti dell’Appennino tosco romagnolo.

Il progetto di Mutiliana è di Giorgio Melandri, critico e giornalista che per primo ha capito e valorizzato questo territorio, che seleziona le uve più interessanti grazie una conoscenza territoriale che non ha paragoni.

Ibola è la valle più chiusa, quella dove le uve maturano tardi, anche alla fine di ottobre. I suoli dell’Ibola sono di marne purissime e il sangiovese si esprime su un registro austero ed elegantissimo, con una bocca salata e tagliente e tannini rarefatti. Il naso ha profumi floreali, la viola su tutti, e un accenno terroso che anticipa la grande mineralità della bocca.

Tramazzo: nei terreni di marne e le arenarie c’è una piccola presenza di argille, ma la quota elevata delle vigne regala al sangiovese una grande finezza. Il naso è balsamico –elicriso, origano, salvia delicatissima– e la bocca delicata e profonda. Un vino sottile che in bocca trova energia e complessità. Finale di tannini serici e perfetto equilibrio.

Acerreta è la valle con i suoli più ricchi, con una quota di argille che porta il sangiovese ad esprimere una trama tannica serrata e fitta. I vini sono fruttati, con il richiamo alla melagrana a firmare il naso del sangiovese. La bocca è materica e piena, carnosa e verticale. Un vino di carattere, che esprime il frutto con nitidezza e lascia alla sapidità un semplice ruolo nella complessità di un finale che ripropone la melagrana e una raffinata nota verde che si esprimerà negli anni sulla mineralità.

ECCE DRACO è un Pinot Nero sottile ed elegante, ottenuto da uve coltivate in alto, a 700 metri slm, in mezzo ai boschi fitti dell’Appennino Tosco-Romagnolo. Qui il pinot nero parla la lingua nuova delle marne e delle arenarie che caratterizzano i suoli, esprimendosi su un naso austero e profondo che poco concede alle dolcezze del frutto e su una bocca che ha fatto di certe durezze un’occasione di carattere e finezza. Un vino che chiede aria e tempo, classico e freschissimo. Il pinot nero ha trovato nei territori alti dell’Appennino un carattere unico e le espressioni italiane più interessanti e complesse.

Prodotti della cantina

Pinot Nero Ecce Draco Mutiliana nasce nell’Appennino che è il terroir italiano più interessante per il pinot nero, che in altitudine trova un’espressione austera e verticale. Ecce Draco è un pinot nero sottile ed elegante, ottenuto da uve coltivate in alto, a 600 metri slm, in mezzo ai fitti boschi dell’Appennino Tosco-Romagnolo. Qui il pinot nero parla la lingua nuova delle marne e delle arenarie che caratterizzano i suoli, esprimendosi su un naso austero e profondo che poco concede alle dolcezze del frutto e su una bocca che ha fatto di certe durezze un’occasione di carattere e finezza. 

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