Cantine sotto i riflettori. Chi lavora davvero come piace a noi: Viarengo

Viaggiare per cantine è la nostra scuola e soprattutto la nostra passione

Questa è una storia che parla principalmente di vino.

Anzi no!

Questa è una storia che parla pochissimo di vino, ma che parla soprattutto di un territorio magico.

Mannaggia, altro errore!

A Carema di magia ce n'è veramente poca. Semmai c'è tanta concretezza e tanto lavoro sul campo.

Magnetico, ecco, finalmente ci siamo!

La parola magnetico racchiude il senso profondo di questo luogo.

Per chi ci cresce o comunque lo frequenta abitualmente, non riesce a starne lontano più di tanto, subendone il richiamo continuo più o meno diretto.

Magnetico è anche lo sguardo di chi vede questo territorio per la prima volta, senza riuscire a distogliere l'attenzione neanche un momento.

E poi, forzato ad andarsene, porterà sempre dentro di sé un ricordo affettuoso.

Tutto questo e molto altro a Carema e dintorni, come la località Senge. E la storia di Alessandro Viarengo parte da qui.

Ma andiamo per ordine.

Carema

Carema è un piccolo paese di circa 800 abitanti in provincia di Torino, al confine con la Valle d’Aosta.

Un tempo veniva definito un paese-vigneto: le viti allevate a pergola si intrecciavano tra le case, adornavano cortili e giardini e facevano parte del paesaggio quotidiano.

Per certi versi potremmo dire che oggi non sia più così, ma non diremmo una cosa del tutto vera.

L'influenza agricola è ad oggi ancora molto rilevante. E meno male aggiungiamo noi.

Il tratto caratteristico di Carema è l'architettura dei vigneti: un sistema di terrazze che si arrampicano lungo un anfiteatro naturale, dai 300 ai 600 metri di altitudine.

Per coltivare un terreno così ripido e proteggerlo dall’erosione, gli abitanti hanno creato nel tempo un complesso sistema di terrazzamenti con muretti a secco, affiancato da una forma di allevamento specifica per questo ambiente: la pergola, chiamata "topia" in dialetto piemontese.

Le strutture in legno delle pergole sono sostenute dai caratteristici "pilun", altra espressione dialettale locale che indica tutori tronco-conici in pietra.

Questi colonnati in pietra non solo sostengono l’intero sistema di pergole, ma svolgono anche un ruolo climatico fondamentale: accumulano calore durante il giorno e lo rilasciano nelle ore notturne, creando un microclima più mite tra i filari.

Un tempo il sistema era pensato anche per risparmiare spazio, permettendo di coltivare ortaggi sotto la pergola. I terrazzamenti vitati coprono in totale circa 13 ettari, con rese naturalmente basse.

Tutto ciò che viene raccolto è vinificato localmente e destinato alla Carema DOC, una denominazione istituita nel 1967 che prevede l’uso esclusivo di uve provenienti dal comune di Carema.

Il vitigno coltivato in prevalenza e protagonista è indubbiamente il nebbiolo, qui chiamato "picotendro".

Dinanzi ad uno scenario ambientale di questo genere non è possibile pensare ad un lavoro che non sia manuale in tutto e per tutto.

In paese sopravvive una manodopera, o quello che qualcuno chiamerebbe know-how, capace di mantenere e ricostruire queste strutture secolari, ma il rischio è che questo sapere possa scomparire nel giro di pochi anni.

Rischio che riguarda anche l’abbandono di molti vigneti che potrebbe portare ad un vuoto produttivo e paesaggistico. 

Alessandro Viarengo

Alessandro Viarengo, con la sua azienda tra mille difficoltà e peripezie scommette ogni giorno su questo territorio

Scommessa che riguarda di certo la produzione di vino come bene destinato alla vendita e quindi al profitto, ma mai come in questo contesto, riguarda la valorizzazione del territorio e delle sue origini e tradizioni.

Siamo stati in visita in località Senge, dove Alessandro lavora un vigneto con tutte le caratteristiche sopra descritte elevate alla massima espressione.

In alcuni tratti e sotto alcune pergole non ci si passa neanche da in piedi per quanto sono basse.

Troviamo qui, oltre al nebbiolo anche dell’uva rara e della barbera.

Dopo il sali scendi tra le terrazze nel labirintico intreccio di pergole, Alessandro aveva pensato per noi a un pranzo frugale, semplice e rappresentativo del luogo con prodotti tipici e ovviamente i suoi vini.

Accoglienza perfetta che non dimenticheremo facilmente, un vero genius loci sotto la pergola da cui nasce il suo Rosso Senge.

Paesaggio, compagnia, assaggi...tutto davvero suggestivo, magnetico appunto! Il magnetismo però lo scopri fino in fondo quando quelle terrazze le vedi da un'altra prospettiva.

Quando sali e quando scendi il pensiero va inesorabilmente al durissimo lavoro dei vignaioli, ma quando vedi le terrazze frontalmente, sei davanti a uno spettacolare paesaggio uomo-natura.

Incredibile!

Poi se li chiamano eroici un motivo c'è!

Tra un racconto e l’altro ci siamo “persi” completamente nel silenzio e nella bellezza di questi luoghi.

All’inizio del Novecento il vino rappresentava per la comunità di Carema una risorsa essenziale: era una delle principali fonti di lavoro e ricchezza e, allo stesso tempo, un forte simbolo identitario per gli abitanti del luogo.

Chissà che non possa tornare uno scenario attuale grazie al lavoro di Alessandro e ad altri che come lui stanno tornando ad occuparsi di questi luoghi magnetici.

L'azienda Viarengo, dal 2022 ci sta provando e noi, nel nostro piccolo siamo contenti di raccontarvela.

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Francesco Fiordoliva

Diviso tra vallesina e costa adriatica, col perenne dubbio di avere vino al posto del sangue nel proprio corpo. Mi sveglio la mattina e penso al vino (oltre che alla moglie). Sommelier AIS e WSET, sempre alla ricerca di nuove cose da assaggiare. Runner nel tempo libero per compensare! Cin!

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