In qualche anno, Emmanuel Lassaigne, maison Jacques Lassaigne, è riuscito ad associare il suo nome a quello di Montgueux (200 ettari). Lassaigne iniziò la sua attività di vigneron négociant circa 12 anni fa, riunendo dei colleghi di Montgueux per diventare lo stendardo del cru. Oggi, Emmanuel possidede appena 4 ettari di vigneto, ma ne vinifica 5,5 ettari (circa 50mila bottiglie l'anno). Come quelle prodotte direttamente, le uve che acquista sono essenzialmente chardonnay di Montgueux. Questo territorio in effetti conta l'88% di chardonnay piantato su un terreno del cretaceo, mentre i restanti suoli argillosi sono vitati a pinot noir. I vigneti sono orientati idealmente ad est/ sud-est: non serve altro per paragonare il terroir di Montgueux al Montrachet.
Per i suoi acquisti di uve Emmanuel predilige le viti di circa mezzo secolo d'età. Vinifica separatamente ogni appezzamento, come Le Cotet, uno dei suoi cru. Per lui l'acquisto di materia prima consente di reperire identità diverse su uno stesso terroir, e di costruire così sottili assemblaggi. Ed è infatti sull'elevage e sugli assemblaggi che il lavoro di Emmanuel ci pare eccellere. Una delle sue specialità è rimettere in vasca i vini invecchiati in bottiglia, che alimentano così e sue cuvée. Emmanuel pratica una viticoltura poco interventista. Lavora il suolo e preserva l'inerbimento per contenere l'erosione. recentemente ha optato per un sistema di rulli che alletta l'erba, limitandone la crescita. Vendemmia e pressa direttamente tutte le uve che vinifica. La fermentazione avviene con lieviti indigeni e con poca solforosa. La cantina è spesso riscaldata per favorire l'innesco della fermentazione malolattica, ma Lassagine dichiara dio non usare praticamente nessun prodotto enologico.