Malvasia 80 Anni I Clivi 2022
Servire a: 10°-12°C
Tipo di bicchiere

Malvasia 80 Anni I Clivi 2022

CLIVIFMAXX
disponibile
16,50 €
Tasse incluse

La Malvasia 80 anni I Clivi viene come il resto dei loro vini da viti molto vecchie. Questo significa viti con radici molto profonde.

Questa Malvasia è floreale e ricca aromaticamente di petali bianchi di camomilla in un equilibrio perfetto.

I terreni del Sud-Est del Friuli sono formati da marne arenarie, cioè rocce sedimentarie di origine marina, composte da strati di argilla e frazioni di calcare, e le radici delle viti vecchie scavano negli strati più profondi di queste marne, qui chiamate Flysch di Cormons, raggiungenfo nutrienti e macroelementi unici, che vengono distillati dalle radici verso le uve, che acquistano una grande personalità e carattere legati in maniera univoca allo specifico pezzo di terra da cui provengono.

Di conseguenza, questa unicità passa poi ai vini da queste uve prodotti. Vini che sono complessi e minerali, espressivi del territorio e meno giocati sulle note varietali.

Tutti i vini de i Clivi sono vini veri non riproducibili altrove.

I Clivi

i clivi cantina

L’amore per il vino nasce in modo inaspettato ai Clivi: Ferdinando, ragioniere, lavora nell’osteria del padre, nella bassa provincia di Treviso, dove un po’ l’ambiente, un po’ le ristrettezze economiche lo spingono ad accettare una proposta di lavoro nel settore dei trasporti in Africa occidentale. Fino a quel momento non si è mai riuscito a farsi coinvolgere dal vino d’osteria, ai tempi lontano dalla ricerca e vicino a un gusto decisamente acre.

Il viaggio in terre lontane gli permette di visitare anche altri paesi e di aprirsi a culture diverse e soprattutto di assaggiare vini importanti e di comprendere che il vino non è solo quello di osteria. A metà anni ’90, dall’Africa, progetta di acquistare una vigna in Friuli, terra natia della moglie, e parte con solo una piccola vigna di due ettari di vecchie viti sul versante sud del Monte Quarin.

Poi arriva Mario, il figlio di Ferdinando che dopo gli studi in Economia a Milano, torna in Friuli e nei ritagli di tempo dal servizio civile, si dedica alle viti: il contatto concreto con la terra dopo anni di studi astratti diventa una sostanza benefica che farà innamorare definitivamente Mario al vino.
Impara le tecniche di vigna, poi si dedica alla cantina. Sono gli anni incui i lieviti selezionati spopolano e i sentori di banana e frutto della passione sono gli aromi selezionati a tutti necessari. Da subito capisce che il vino non va creato a laboratorio, ma aiutato a esprimersi mantenendo la sua integrità. Coltivano Friulano, Malvasia, Verduzzo, Ribolla Gialla. Cominciano a vinificare le uve separatamente e senza chiedere l’aiuto di nessuno hanno da subito buone intuizioni, riducendo i passaggi nella vinificazione, non chiarificano né torchiano. L’intuizione più importante riguarda la pressa: si accorgono che in tanti fanno un ottimo lavoro in vigna e in cantina ma la pressa è spesso troppo invasi che ossidano i mosti e fanno troppa feccia. Acquistano una pressa tedesca e ciò contribuirà a esprimere la loro visione di vino al meglio delle loro possibilità.

Nel 2018 oltre alla crisi economica generale, le vigne sono abbattute dalla peronospora e ciò comporta una perdita enorme sulla produzione ma contemporaneamente ciò lascia, come ogni esperienza negativa, una grande eredità: questo momento difficile sarà l’insegnamento di cosa vogliono ottenere dai loro vini. Leggerezza come valore di levità e non come povertà, freschezza come allontanamento dai vini burrosi e iperconcentrati, moderazione alcolica per seguire la tradizione di queste terre.
Qualcuno li chiamerebbe vini per sottrazione. “Less is more” secondo Mario e Ferdinando Zanusso.
Le uve vengono pressate dopo circa 20 giorni di macerazione. Imbottigliamento senza filtrazioni e chiarificazioni.

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