Negli ultimi anni molti giovani viticoltori Giapponesi si sono stabiliti in Francia con il successo che conosciamo. A partire dai più ricercati come Kenjiro Kagami (Jura), Mito Inoue (Auvergne), Hirotake Ooka (Saint Joseph) o anche i giovani Rié e Hirofumi Shoji di Pedres Blanques. Anche per questo motivo ci siamo tuffati subito alla ricerca dei vini di Seiichi Saito.
Nato in Cina ma cresciuto in Giappone, Seiichi Saito ha studiato per anni i terreni e conseguito il diploma in pedologia. Inizia ad interessarsi alla vite e nel 2005 fa il suo primo stage in una tenuta locale. Ha 22 anni decide quindi di lasciare il Giappone per approfondire la sua conoscenza del vino e trova accoglienza al domaine Simon-Bize dove apprenderà le sue abilità seguendo un corso di formazione presso il CFPPA di Beaune. Decide di rimanere in Francia e si cimenta in varie attività legate al vino, non ultima quella di aprire il ristorante La Lune a Beaune. Ma l'idea di diventare un viticoltore aleggia ancora nella sua testa.
Nel 2016 decide di fare il grande passo e crea la tenuta Petit-Roy. Con un'attrezzatura rudimentale, lavora il suo piccolo vigneto di 1,3 ettari, tutto biologico. La maggior parte dei suoi rossi sono lavorati a grappoli interi, ad eccezione del Bourgogne Les Lormes e anche i bianchi sono il risultato di una grande precisione ma anche di una buona dose di istinto. Per l'affinamento non vengono utilizzate botti nuove per evitare il marchio del legno. I vini in generale presentano una buona densità, un notevole equilibrio e un tocco molto piacevole al palato.